La bulimia nervosa è un disturbo alimentare non controllato per certi aspetti simile all’anoressia: il nucleo centrale di entrambe le patologie è rappresentato da una paura morbosa di diventare grasse e di essere sovrappeso.
L’esordio può essere inizialmente simile all’anoressia, caratterizzato da una intensa volontà a perdere peso e da una forte insoddisfazione per il proprio corpo.
La bulimia nervosa è presente nell’1-3% della popolazione femminile in età compresa tra i 12 e i 25 anni.
Proprio per la caratteristica di avere un peso nei limiti della norma non è facile identificare la ragazze affette da bulimia che a loro volta tendono a tenere nascosto il problema.
L’insorgenza della bulimia è spesso preceduta, più che nell’anoressia, da ripetuti tentativi di dieta che solitamente falliscono entro breve tempo.
La ragazza si mette a dieta e in un primo tempo riesce a ottenere il calo di qualche chilogrammo ma poi non riesce a mantenere il risultato, riprende a mangiare troppo, recupera peso e perde il controllo della situazione.
Il senso di colpa per la propria incapacità di controllo porta la ragazza a rimediare sempre con la speranza di dimagrire, eliminando con il vomito il cibo ingerito in una sorta di dieta estrema.
Anche in questo caso parliamo di due tipologie di bulimia:
Tipo purgativo: il soggetto ha l’abitudine di provocarsi il vomito, o quella di usare in modo inadeguato lassativi o diuretici.
Tipo non purgativo: il soggetto usa altri comportamenti impropri di compenso, come il digiuno o l’esercizio fisico eccessivo, ma non ha l’abitudine di provocarsi il vomito né quella di usare in modo inadeguato lassativi o diuretici.
I criteri diagnostici della bulimia nervosa si rivelano attraverso:
– Episodi ricorrenti di abbuffate compulsive
– mancanza di controllo
– Mangiare ,in un periodo di tempo circoscritto, una quantità di cibo che normalmente si consumerebbe in un tempo più dilazionato
– La valutazione di sé è influenzata dalle forme e dal peso del corpo
